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Dalla Polizia Postale allarme per un virus su Facebook

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Un tag su una foto può nascondere un programma malevolo che si insinua nel computer per carpire i dati sensibili

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L’«Agente Lisa», profilo Facebook della Polizia di Stato, insegna a difendersi da un nuovo virus informatico: «Se risultate taggati in un video o in una foto, in genere con contenuti pornografici, da un vostro amico e per curiosità, cliccate sul link, potreste infettare il vostro pc. Non per colpa del vostro amico, che è sicuramente ignaro di tutto, ma per un programma malevolo che si insinua nel computer per carpire i dati sensibili». Così si legge in un post della pagina Facebook di «Agente Lisa» e il consiglio, che mette in guardia gli internauti, ha già superato le 45 mila condivisioni e quasi 4 milioni di visualizzazioni. «Questo virus, inoltre si può trasmettere da contatto a contatto, quindi se chattate con un amico infetto, potreste essere infettati anche voi. Fate attenzione poi anche agli smartphone, perché si può diffondere pure sui telefonini».

Per difendersi , dicono gli esperti della Polizia Postale, «evitate di cliccare su link che vi sembrano strani, installate un buon antivirus aggiornato e poi usate il passaparola con i vostri contatti di Facebook. Una buona idea è quella di scrivere un post sulla vostra bacheca dicendo a tutti gli amici che non avete taggato nessuno e di non aprire link inviati a vostro nome perché si tratta di un virus». In alternativa, si può condividere il post pubblicato sulla bacheca di «Agente Lisa». La pagina Facebook di «Agente Lisa» permette alla Polizia di Stato di comunicare, in particolare ai giovani, i risultati del lavoro quotidiano dei poliziotti, ma soprattutto di mettere in guardia i cittadini dai pericoli che ci sono in internet e nella vita di tutti i giorni.

Fonte: www.lastampa.it

Play.me la migliore alternativa a Spotify (GRATIS)

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Cos’è Play.me? (CLICCA QUI PER ANDARE DIRETTAMENTE AL SITO)

Play.me è un’applicazione web per scaricare e ascoltare in streaming 9,5 milioni di brani in alta qualità. Le liste d’ascolto si possono sincronizzare in modo automatico su PC, Smartphone e Tablet. Non è necessario scaricare software o aggiornamenti. L’esperienza d’uso è molto semplice e sempre diversa: Playlist, ricerca dell’artista o del brano preferito, Classifiche, Top Hits, Generi.
Dove posso ascoltare la musica?

Con Play.me è possibile ascoltare la musica sui comuni dispositivi utilizzati a casa o in mobilità: PC, smartphone, tablet. Controlla le informazioni tecniche sulla compatibilità dei dispositivi.
Quanto si paga per lo streaming e il download?

Play.me può essere utilizzata gratis o a pagamento. Per ascoltare le canzoni gratuitamente occorre registrarsi con le credenziali d’accesso di Facebook o Twitter. La prova gratis prevede l’ascolto di 5 canzoni ogni 6 ore e non permette il download. Per ascoltare in streaming illimitato e scaricare MP3, Play.me propone diverse offerte per adattarsi ad ogni esigenza. Si può pagare con carta di credito, Paypal e con addebito sul conto telefonico tramite Cashlog. Consulta le offerte.
Come posso iscrivermi a Play.me?

Per iscriversi gratis a Play.me si possono usare anche le proprie credenziali d’accesso di Facebook o Twitter. Per lo streaming illimitato e download di MP3, ci si può iscrivere scegliendo una delle offerte proposte.
Quanti brani comprende il catalogo musicale?

Il catalogo digitale di Play.me comprende 9,5 milioni di canzoni delle principali major discografiche, Sony BMG, Warner, Universal, EMI, ed etichette musicali indipendenti come Beggars, Believe, Carosello, Kiver, Made In etaly, The Orchard. La musica è continuamente aggiornata e comprende le ultime uscite musicali.
Quali sono le caratteristiche della musica di Play.me?

La musica di Play.me è in alta qualità, senza restrizioni e libera da DRM, cioè dai sistemi tecnologici di gestione dei diritti digitali e di criptatura che bloccano e limitano l’utilizzo dei file audio. Gli Mp3 scaricati possono essere ascoltati per la loro intera durata su qualsiasi lettore musicale compatibile.
Quali generi sono presenti nel repertorio musicale?

Il repertorio musicale è catalogato per generi, artisti, brani e album. Cliccando sul menu “Generi”, si visualizza un elenco che spazia da pop, rock, jazz, musica italiana, blues, dance e così via fino alla musica classica.
Come si cercano canzoni o artisti?

E’ possibile eseguire la ricerca direttamente sull’interfaccia principale nello spazio in alto sulla barra dei menu. Si può effettuare una ricerca inserendo il nome di un’artista o band, oppure il titolo di una canzone o album: apparirà subito un elenco da cui selezionare la musica da ascoltare.
Come faccio ad ascoltare la musica?

Si può scegliere la musica da ascoltare dal menu principale, cliccando su classifiche, playlist, artisti, generi. In alternativa, si possono cercare anche artisti, brani o un album con la funzione “ricerca”. La canzone selezionata suona all’istante.
Come funziona il player musicale?

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Il player musicale è posizionato nella parte bassa della pagina. Ogni funzionalità è facilmente intuibile grazie alle semplici icone: BRANO PRECEDENTE: passa all’ascolto del brano precedente nella lista d’ascolto. PLAY/PAUSE: attiva o mette in pausa lo streaming del brano. BRANO SUCCESSIVO: passa all’ascolto del brano successivo nella lista d’ascolto. VOLUME +/-: aumenta o diminuisce il volume del brano in ascolto. BRANO IN ASCOLTO/TIME-BAR: progressione di ascolto, minuti/secondi, link all’Artist Space.TESTO DEL BRANO: visualizza il testo della canzone in ascolto. La funzionalità è presente per alcuni brani. AGGIUNGI BRANO A PLAYLIST: inserisce la traccia in una Playlist già creata o nuova ancora da creare.DOWNLOAD MP3: inizia il processo di download del brano sul dispositivo in uso. CONDIVIDI SU FACEBOOK: condivide il brano su Facebook.
Quali sono le funzionalità per ascoltare la musica?

Per ogni brano sono previste diverse funzionalità intuibili grazie a semplici icone: PLAY: inizializza lo streaming audio. PAUSE: mette in pausa lo streaming audio. ACCODA BRANO: aggiunge il brano alla lista di ascolto. AGGIUNGI A PLAYLIST: inserisce il brano in una Playlist personalizzata. DOWNLOAD MP3: esegue il download del brano che si sta ascoltando.
Cosa sono le Playlist?

Le Playlist sono liste di canzoni in sequenza. Le Playlist tematiche selezionate dal team di Play.me sono sempre aggiornate con la musica del momento: Top Download, Best of, Dj Selection e molte altre. Scegliendo una Playlist è possibile utilizzare più funzionalità: ASCOLTA TUTTA LA PLAYLIST: il bottone “Play” permette di ascoltare tutti i brani della Playlist. AGGIUNGI BRANI A PLAYLIST: il bottone “+ Playlist” permette di aggiungere tutti i brani in una Playlist personale, già creata o da creare.
Come faccio a creare le mie Playlist personali?

Per creare una nuova Playlist si clicca sul bottone “Crea nuova”, per aggiungere un brano ad una playlist già esistente occorre utilizzare la funzione“+ Playlist”. In entrambi i casi si apre un pop-up dove inserire nome e descrizione della nuova Playlist. L’elenco delle playlist create è visualizzabile cliccando sul tab “le mie Playlist”.
Come si inseriscono i brani nella lista di ascolto?

Per inserire i brani nella lista di ascolto si seleziona una playlist, un album o si clicca “Accoda brano” su una singola canzone. La “finestra” della lista di ascolto può essere ridimensionata o chiusa cliccando sulla freccia tratteggiata. L’ordinamento dei brani è personalizzabile: le canzoni possono essere spostate o eliminate con il bottone “X” accanto al titolo. Sono disponibili diverse funzionalità: CAMBIA ORDINAMENTO/SHUFFLE: cambia l’ordinamento dei brani in ascolto in modo casuale. AGGIUNGI BRANO A PLAYLIST: inserisce la traccia in una Playlist già creata o nuova ancora da creare. SVUOTA LA LISTA: cancella tutti i brani inseriti nella lista di ascolto.
Cosa sono le “canzoni suggerite”?

Dopo aver scelto la musica da ascoltare, la lista “Canzoni suggerite” mostra un elenco di brani affini al genere musicale ascoltato in quel momento. Funzionalità correlate: ASCOLTA TUTTI: inserisce tutti i brani in elenco. AGGIUNGI BRANO A PLAYLIST: inserisce la traccia in una Playlist già creata o nuova ancora da creare. AGGIORNA LISTA: aggiorna la lista dei suggeriti.
Come si aggiunge un artista alla lista dei preferiti?

Per aggiungere o togliere un artista alla lista dei preferiti basta cliccare sull’icona “cuore”.
Cliccando sul menu “Artisti-> Artisti preferiti” si visualizza l’elenco delle proprie preferenze.
E’ possibile condividere la musica sui social media?

Play.me è un’applicazione “social”: la musica è condivisibile su Facebook, Twitter e Google +.
I bottoni per lo sharing si visualizzano in diversi momenti della navigazione; si possono condividere i brani ed essere aggiornati ogni volta che un amico della propria rete sociale scarica o ascolta in streaming una nuova canzone.

PER SAPERNE DI PIU’ SEGUI QUESTO LINK

Lazy Swipe – Le tue app preferite in un semplice swipe

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NON È NECESSARIO avere un white spot o un touch nel proprio launcher. Basta semplicemente “una passata” per fare ciò che si desidera!
Far scorrere il “Lazy Swipe” dall’angolo sinistro o destro dello schermo in qualsiasi situazione per:
1. Trovare e aprire le applicazioni usate frequentemente senza nessuna impostazione;
2. Trovare e aprire le applicazioni installate o usate di recente, senza dover più scorrere tra i lunghi elenchi di applicazioni;
3. Attivare e disattivare le impostazioni generali usate comunemente, come il wifi, il bluetooth, il flash, ecc.

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Google Traduttore

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Rompi le barriere linguistiche con Google Traduttore.

• Traduci tra 90 lingue
• Conversa naturalmente e lascia che sia Google a tradurre
• Traduci utilizzando la voce, la fotocamera, la tastiera o la scrittura a mano libera
• Traduci offline mentre sei in viaggio. Non occorre una connessione Internet.
• Salva le tue traduzioni e accedi da qualsiasi dispositivo

È supportata la traduzione tra le seguenti lingue:
afrikaans, albanese, arabo, armeno, azero, basco, bengalese, bielorusso, Birmano, bosniaco, bulgaro, catalano, Cebuano, ceco, chichewa, cinese (semplificato), cinese (tradizionale), coreano, creolo haitiano, croato, danese, ebraico, esperanto, estone, filippino, finlandese, francese, galiziano, gallese, georgiano, giapponese, giavanese, greco, gujarati, hausa, hindi, Hmong, igbo, indonesiano, inglese, irlandese, islandese, italiano, kannada, kazako, khmer, Lao, latino, lettone, lituano, macedone, malabarese, malagasy, malese, maltese, maori, marati, mongolo, nepalese, norvegese (Bokmål), olandese, persiano, polacco, portoghese, punjabi, rumeno, russo, serbo, sesotho, Singalese, slovacco, sloveno, somalo, spagnolo, sundanese, svedese, swahili, tagiko, tailandese, tamil, tedesco, telugu, turco, ucraino, ungherese, urdu, usbeco, vietnamita, yiddish, yoruba, zulu

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Arresto del processo com.google.process.gapps: ecco come risolvere l’errore

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C’è un problema ricorrente che può creare dei veri e propri grattacapi agli utenti Android. Si tratta dell’arresto del processo com.google.process.gapps, un messaggio che appare improvvisamente notificandoci di un errore inaspettato. Indipendentemente dal dispositivo che state utilizzando, l’errore è facilmente risolvibile, ecco come.

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Oltre a ripulire le cache e i dati relativi ad una particolare applicazione o disinstallare le applicazioni scaricate di recente, esiste un modo rapido per evitare il problema. Innanzitutto dovrete selezionare la voce Impostazioni > App, spostarvi a destra su Tutte e selezionare la voce Archiviazione Contenuti protetti, riconoscerete l’icona di Android.

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A questo punto sarà sufficiente disattivare e riabilitare la funzione utilizzando il tasto Disattiva.

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Un’altra opzione è quella di andare sotto Impostazioni > App e nuovamente spostarsi su Tutte. Non dovrete far altro che selezionare il menu a tendina in alto a destra e toccare su Reimposta preferenze app che porterà le impostazioni di tutte le app allo stato iniziale.

In questo modo dovreste riuscire a risolvere il noioso problema relativo all’arresto del processo com.google.process.gapps, fateci sapere se trovate errori durante la procedura.

Come recuperare foto cancellate per sbaglio – PC

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Hai erroneamente cancellato delle foto molto importanti dal tuo smartphone o tablet Android? Oppure hai effettuato un ripsitino/aggiornamento software senza prima aver fatto un backup delle foto presenti nel dispositivo Android? Questo inconveniente purtroppo accade a sempre pi persone in quanto il cellulare o tablet Android sono diventati tra i dispositivi più utilizzati sia per scattare foto che per visualizzarle comodamente con amici e familiari. Se hai cancellato delle foto, non ti preoccupare. In questo articolo segnaliamo proprio uno strumento professionale per il recupero foto cancellate su Android.

Lo strumento che bisogna scaricare e installare sul tuo computer si chiama Wondersoft Dr.Fone per Android. Questo programma funziona con tantissimi dispositivi Android, anche i piu’ recenti come Samsung Galaxy S4, Samsung Galaxy S3, Tablet Galaxy Note, HTC, ecc… L’elenco della lista di cellulari e tablet compatibili è presente in questa pagina.

Come potrai notare, sono supportati diversi modelli e diverse versioni software di Android. Nel caso in cui il tuo dispositivo Android è rooted puoi anche non vedere la lista in quanto sarà sicuramente supportato da Dr.Fone per Android.

Ecco di seguito il link per scaricare questo “Android Photo Recovery” sul tuo PC:
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Guida: Come Fare Recupero Foto Cancellate su Android

Passo 1. Collega il tuo dispositivo Android al PC ed esegui Dr.Fone per Android

Subito dopo l’installazione e l’avvio del programma vedrai una finestra che ti chiederà di collegare il dispositivo Android al PC via USB:

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Passo 2: Attiva modalità USB Debugging (Opzionale)

Una configurazione importante da fare affinchè il programma analizzi la memoria del dispositivo alla ricerca delle foto recuperabili, è quella di attivare la modalità “USB Debugging”. Ecco come fare, in base alla versione software del tuo cellulare/tablet Android (scollega il dispositivo dal computer prima di fare tale configurazione):

1) Per Android 2.3 o precedenti: Vai in “Impostazioni” < Premi “Applicazioni” < Fai click “Sviluppo” < Seleziona “USB debugging”
2) PerAndroid 3.0 fino alla 4.1: Vai in “Impostazioni” < Premi “Opzioni Sviluppatore” < Seleziona “USB debugging”
3) Per Android 4.2 o più recenti: Vai in “Impostazioni” < Premi “Info Telefono” < Seleziona “Numero versione” per più volte fino a quanto appae scritto “Sei nella modalità sviluppatore” < Ritorna a “Impostazioni” < Clicca “Opzioni Sviluppatore” < Premi “USB debugging’

Passo 3: Analizza memoria Android alla ricerca delle foto cancellate

Una volta messo il dispositivo in modalità USB Debugging clicca su “Avvia” per avviare l’analisi del dispositivo

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Se hai un dispositivo con “Root” dovrai confermare la procedura anche dallo schermo del tuo cellulare/tablet, cliccando su “Consenti”.

NB: Se il tuo telefono non ha i permessi root e non viene “riconosciuto” dal programma, ti consigliamo di dare i permessi di root seguendo questa semplice guida

La scansione durerà un bel po’ di minuti. Alla fine potrai vedere in anteprima tutte le foto che sono ancora presenti nella memoria del tuo Android e che quindi sono ancora recuperabili grazie a Dr.Fone:

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Passo 4: Recupero Foto cancellate

Seleziona le foto da recuperare e poi clicca in basso su “RECUPERA” per procedere al loro salvataggio sul computer.

Virtual Trainer Kettlebell

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LA MIGLIORE APPLICAZIONE KETTLEBELL IN ASSOLUTO!!!

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– Lasciati ispirare da 32 esercizi presentati in dei chiari video ad alta definizione.
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Il Kettlebell è ben noto per la capacità di costruire la forza, la resistenza e l’esplosività. Gli esercizi base come “Swing”, “Snatch” e “Get Up” attivano tutto il tuo corpo fornendoti un ottimo allenamento!

Gli esercizi sono eseguiti dall’istruttore professionale Andreas Lanker.

DOWNLOAD

AndroidABA dal cellulare: come scaricare i file

Un semplice video tutorial panoramico del sito visto dal cellulare

https://www.youtube.com/watch?v=G5Ym0hgkNUw

Come ottenere i permessi di root facilmente con Superoneclick

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Abbiamo già visto nelle settimane scorse come ottenere i permessi di root in modo semplice e senza ricorrere all’uso del Pc grazie a Tawelroot, ma non tutti i cellulari sono compatibili, specie quelli con firmware un pò datati; in questo caso la soluzione infallibile è appunto SuperOneClick.

Se vuoi imparare come effettuare il root su Android, il primo passo che devi compiere è collegarti al forum XDA Developers e cliccare sulla voce SuperOneClickv2.2-ShortFuse.zip che si trova in fondo al primo post per scaricare sul tuo PC il programma SuperOneClick, che permette di eseguire il root su moltissimi terminali Android (soprattutto quello di fascia medio-bassa) con un semplice click (per gli altri dovrebbe andrare bene come già detto Towelroot)

A download completato apri, facendo doppio click su di esso, il file appena scaricato (es. SuperOneClickv2.2-ShortFuse.zip) ed estraine il contenuto in una cartella qualsiasi. Se compare un avviso dell’antivirus che ti dice che il programma è infetto, stai tranquillo, è solo un falso positivo. Disattiva per qualche secondo l’antivirus e procedi con il rooting del tuo telefonino.

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A questo punto, avvia il programma SuperOneClick.exe e collega il tuo smartphone al computer tramite il cavo USB in dotazione. Se il computer non riconosce il dispositivo e ti chiede di installare dei driver, scarica il software della casa produttrice del tuo telefono (es. Samsung KIES) ed installalo sul PC per avere anche i driver.

Una volta connesso il telefonino al computer, devi attivare il debug USB su Android. Per fare ciò, recati nel menu Impostazioni > Applicazioni > Sviluppo del telefonino e metti il segno di spunta accanto alla voce relativa al Debug USB. Torna quindi sul PC e clicca sul pulsante Root di SuperOneClick per avviare il processo di rooting del dispositivo.

Ora non devi far altro che aspettare. Anche se l’applicazione sembra non rispondere più ai comandi, non preoccuparti, sta lavorando regolarmente. Al termine della procedura (che dovrebbe durare all’incirca cinque minuti), SuperOneClick ti chiederà se vuoi installare la app Busybox (una sorta di coltellino svizzero per Android necessario al corretto funzionamento di numerose applicazioni che richiedono il root) e se vuoi eseguire un test relativo alla corretta esecuzione del processo di rooting sul tuo telefono: rispondi in entrambi i casi di sì.

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Missione compiuta! Adesso il tuo telefono è sbloccato e in grado di eseguire tutte le app che richiedono il root. In caso di ripensamenti, potrai sempre tornare indietro senza cancellare dati o applicazioni dal tuo smartphone. Ti basterà eseguire nuovamente SuperOneClick e cliccare sul pulsante Unroot. Più facile di così?

Tutto quello che c’è da sapere sul ROOT

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Rootare lo smartphone, ottenere i permessi di root, diventare Superuser, ma di cosa stiamo parlando? Gli smartphone Android offrono infinite possibilità di personalizzazione superficiale, a partire dalla semplice possibilità di poter installare e disinstallare app a piacimenti, ma se vogliamo possedere un dispositivo unico e farlo girare al massimo delle sue potenzialità, abbiamo anche la possibilità di modificare a fondo il sistema. Per fare ciò il primo step è quello di ottenere i permessi di root, senza i quali non si va da nessuna parte. Prima però bisogna fare un po’ di chiarezza sui termini tecnici e le procedure coinvolte.

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Cos’è esattamente il root?

Il root, dall’inglese, “radice”, è un processo derivato dai sistemi Linux e applicato anche su Android per ottenere i diritti di superuser, ed avere così accesso integrale al sistema e al diritto di modificarlo a proprio piacimento. Non si tratta di altro se non di superare una barriera, aprire delle enormi porte di ferro dietro alle quali si nasconde il mondo del modding e delle custom rom. La prima cosa che dovete stabilire è se davvero volete modificare il vostro smartphone così in profondità. Vi aiuteremo noi con tutti i pro e i contro:

 

LA BIBBIA DEL ROOT

Rootare lo smartphone, ottenere i permessi di root, diventare Superuser, ma di cosa stiamo parlando? Gli smartphone Android offrono infinite possibilità di personalizzazione superficiale, a partire dalla semplice possibilità di poter installare e disinstallare app a piacimenti, ma se vogliamo possedere un dispositivo unico e farlo girare al massimo delle sue potenzialità, abbiamo anche la possibilità di modificare a fondo il sistema. Per fare ciò il primo step è quello di ottenere i permessi di root, senza i quali non si va da nessuna parte. Prima però bisogna fare un po’ di chiarezza sui termini tecnici e le procedure coinvolte.
Cos’è esattamente il root?

Il root, dall’inglese, “radice”, è un processo derivato dai sistemi Linux e applicato anche su Android per ottenere i diritti di superuser, ed avere così accesso integrale al sistema e al diritto di modificarlo a proprio piacimento. Non si tratta di altro se non di superare una barriera, aprire delle enormi porte di ferro dietro alle quali si nasconde il mondo del modding e delle custom rom. La prima cosa che dovete stabilire è se davvero volete modificare il vostro smartphone così in profondità. Vi aiuteremo noi con tutti i pro e i contro:

10 buoni motivi per rootare il telefono

1. Un mondo di app in più

Android offre un gran numero di applicazioni per ogni evenienza, ma quando si vuole qualcosa che offre una funzione un po’ più avanzata, ecco che vengono richiesti i permessi di root. D’altronde avere i permessi di root significa essere amministratori del proprio dispositivo, potendo quindi far interagire più in profondità le app col sistema. Questo ci permette di usare disinstallatori di bloatware (app precaricate), firewall, sistemi di gestione multitouch per controllare a fondo il dispositivo con i gesti e tanto altro. Esistono inoltre applicazioni che funzionano anche senza i permessi di root, ma danno il massimo del loro potenziale solo con essi, ad esempio gli antivirus, con i loro sistemi di blocco/localizzazione a distanza, e anche il famoso CleanMaster, con la funzione di eliminare i bloatware. Per finire potremo usare anche tutte le app e i giochi che prima ci venivano nascosti in quanto “incompatibili” col nostro telefono, ovviamente dovremo essere pronti a possibili bug.

vedi Clean Master

2. Personalizzare come non mai

I dispositivi Android sono famosi per la loro possibilità di cambiare launcher, icon pack, sfondi live, suonerie, suoni della tastiera e tanto altro. Tuttavia questa personalizzazione è limitata ad un cambiamento estetico superficiale. Grazie ai permessi di root possiamo modificare i file di sistema a nostro piacimento, compresi i suoni di sistema e l’animazione di avvio.

3. Prestazioni oltre ogni limite

Esistono già molte app in grado di liberare la RAM e di velocizzare il telefono, noi di AndroidPIT abbiamo addirittura creato l’articolo definitivo per liberarsi del problema della memoria insufficiente in Android, unendo tutti i migliori consigli e trucchi riguardo RAM e memoria. Tuttavia con i metodi normali non è possibile superare i limiti imposti dall’hardware, ma “solo” portare il telefono alla massima velocità. Ancora una volta i permessi di root ci vengono in soccorso, permettendo di superare e anche di molto la velocità della CPU tramite overclocking. Per fare questo è però necessario flashare anche un kernel che lo permetta, ma il procedimento è molto semplice, ancora di più usando l’app Rom Manager (all’apertura chiederà di scaricare la recovery ClockworkMod, seguite la procedura!)

vedi Rom Manager

4. Mai più problemi con la batteria

Gli smartphone continuano ad evolversi, ma il tallone d’Achille della batteria non è ancora stato risolto. Nonostante che i telefoni, anche quelli più performanti, ci garantiscano 24 ore di utilizzo (e oltre grazie alle funzioni di risparmio energetico), molti di noi riusciamo a fatica ad arrivare a fine serata. Soluzione? Compratevi l’LG G3, il nuovo re della batteria! Oppure, se non avete intenzione di sborsare tutti quei soldi o perché siete semplicemente affezionati al vostro smartphone, ottenete i permessi di root. Grazie ad essi potremo accedere a diverse funzioni che ci permetteranno di scegliere il governor della CPU, facendo andare il processore sempre al minimo, impostando un limite massimo inferiore e tanto altro ancora (comprese procedure di undervolt). Anche in questo caso dovremo affidarci ad un kernel diverso da quello stock.

5. Automatizzare tutto

Molti di voi conosceranno già l’applicazione Tasker, che ci permette di automatizzare praticamente ogni funzione del nostro smartphone. Per chi non lo sapesse, in base ad un evento (come l’attacco delle cuffie, la nostra posizione, un determinato orario, …) possiamo far corrispondere un’azione (lanciare un’app, mandare sms, riprodurre una canzone, …) il tutto gestito da questa applicazione. Funziona anche senza i permessi di root, ma con essi potremo accedere alla lista completa delle possibili interazioni, come l’attivazione di internet, GPS, accensione dello schermo, velocità della CPU e tanto altro ancora.

vedi Tasker

6. Flashare Custom ROM

Questo è sicuramente il motivo per il quale la maggior parte degli utenti Android decidono di ottenere i permessi di root. Oltre alla loro caratteristica di personalizzare radicalmente uno smartphone, i maggiori produttori di ROM Custom ci hanno più volte dimostrato come spesso superino le ROM stock, per funzionalità, fluidità e performance; un esempio è OmniROM, che sta lavorando a una ROM completamente integrata ai comandi vocali, permettendo di comandare ogni funzione dello smartphone pronunciano frasi personalizzabili. Un’altra importante caratteristica è quella di poter aggiornare il nostro vecchio ed abbandonato smartphone con le ultime versioni di Android.

7. Bloccare pubblicità in ogni app

Siamo chiari, come programmatore difendo a spada tratta l’uso delle pubblicità nelle app, per molti l’unica fonte di guadagno e che permette l’uso di applicazioni magnifiche senza dover spendere personalmente un centesimo. Tuttavia, diverse app contengono pubblicità invasive che non solo consumano un gran numero di dati (incidendo negativamente sul piano internet), ma che spesso attivano abbonamenti senza il nostro consenso. E’ qui che approvo l’utilizzo di app come AdBlock Plus, che permettono di visualizzare solo i normali ad, bloccando quelli che penalizzano l’esperienza d’uso delle applicazioni. Se proprio non potete farne a meno, c’è anche la possibilità di disattivare qualsiasi pubblicità. L’utilizzo di questa applicazione e di quelle simili è possibile solo per chi ha ottenuto i permessi di root.

Scarica AdBlock Plus oppure AdFree

8. Effettuare backup completi

Ogni dispositivo Android ha la possibilità di fare un backup delle applicazioni e di alcuni dati, all’interno delle impostazioni o tramite l’utilizzo di software gestionali come Kies. Anche se assieme a questo decidessimo di utilizzare i vari servizi cloud, nulla potrà competere con le funzioni offerte dai permessi di root. Prime tra tutte, l’utilizzo dell’app Titanium Backup, con la quale potremo effettuare copie dell’intera immagine di sistema del nostro dispositivo e spostarle su SD o computer, oltre alla possibilità di automatizzare il procedimento.

vedi Titanium Backup Pro

9. Ottenere funzioni nascoste o di altri telefoni

Una delle migliori (o peggiori, dal punto di vista dei programmatori) caratteristiche dei dispositivi Android, è l’incredibile varietà di telefoni e tablet che lo utilizzano, per non parlare delle modifiche delle case produttrici sul sistema Android montato. Questo ci permette di avere sempre un dispositivo diverso da quello degli altri, ma anche di non poter godere delle fantastiche caratteristiche esclusive o relegate ad un gruppo di smartphone top di gamma. Online potremo trovare e flashare tantissime caratteristiche rese disponibili per il nostro smartphone. Inoltre potremo abilitare funzioni limitate dai produttori, come il multitouch su alcuni dispositivi, o usare funzioni come il tethering e condividere la connessione del telefono tramite usb, bluetooth e Wi-Fi.

10. Diventa il padrone assoluto del tuo dispositivo

Quello che mi dà più fastidio, è aver acquistato qualcosa che non posso utilizzare liberamente e senza restrizioni di alcun genere (uno dei motivi per cui non acquisterò mai un iPhone). Android, per sua natura, è un sistema libero, nato dall’idea di creare un ecosistema software indipendente quanto più possibile dall’hardware ed aperto a tutti (se siete interessati alla storia di Android). Ottenere i permessi di root, oltre ai benefici elencati e a tutti gli altri che non ho potuto menzionare, ti renderà davvero proprietario del tuo smartphone, dandoti la possibilità, seppure con qualche rischio, di andare a personalizzare qualsiasi cosa come più ti pare.

5 buoni motivi per NON rootare il telefono

1) Rischi sulla sicurezza

I permessi di root permettono di comunicare in modo avanzato col proprio dispositivo. Potremo infatti, con le giuste competenze e strumenti, leggere e modificare qualsiasi parametro di sistema. Questo è il motivo per cui molte app con funzioni avanzate richiedono questi privilegi, ma è un’arma a doppio taglio! Nulla impedisce ad applicazioni dannose di agire negativamente sul nostro sistema, danneggiando il dispositivo o, peggio, mettendo a repentaglio la nostra privacy. Fortunatamente possiamo scegliere noi se consentire o meno ad un’applicazione di ottenere i permessi di root, vi consiglio quindi di farlo con cautela se vi è richiesto da app scaricate fuori dal Play Store.

2) Addio garanzia (tranne con Towelroot)

Più che un addio è un arrivederci… I permessi di root, ottenuti in qualsiasi metodo, invalidano la garanzia. Tuttavia esistono metodi più raffinati che non vanno ad intaccare certi file di sistema (come i famosi contatori; flash counter, KNOX counter…) e permettono di resettare tutto come prima tramite l’uso di tool kit o altre procedure. Purtroppo nulla è certo e, soprattutto via via che vengono implementati sistemi di sicurezza avanzati come KNOX, diventa sempre più difficile ripristinare la garanzia e spesso risulta impossibile o molto pericoloso.

3) Attenzione con i dispositivi meno famosi

Ovviamente i procedimenti per ottenere i permessi di root non arrivano per vie “ufficiali”; ci sono utenti o gruppi più o meno estesi che si mettono al lavoro per crearli. E’ quindi normale che ci si concentri sui dispositivi più comprati, soprattutto quando si vanno ad utilizzare metodi universali. Spesso bisogna quindi ricorrere a procedimenti specifici per il proprio dispositivo, i quali richiedono più passaggi e una predisposizione maggiore a smanettare col PC. Questo aumenta la possibilità di fare errori e con essa il rischio di danneggiare (talvolta irrimediabilmente -> brick) il nostri amati device.

4) Problemi con gli aggiornamenti

Un altro problema molto diffuso è quello di non poter più aggiornare il proprio dispositivo una volta effettuati i permessi di root, dipende dal produttore e dal terminale usato. I meno fortunati dovranno quindi scordarsi la comodità degli aggiornamenti tramite Wi-Fi (OTA) e software gestionali (Come Kies per Samsung), ma potranno comunque aggiornare scaricando il firmware da internet e flashandolo con Odin. Il procedimento è molto semplice, ma anche qui il rischio di fare errori è sempre in agguato. Nonostante ciò comunque ci sono molte rom che hanno l’applicazione OTA che permette di scaricare aggiornamenti sottoforma di file zip da flashare in recovery o altre che vi rimandano direttamente sul sito del produttore (XDA) dal quale potete scaricare i file di aggiornamento.

5) Il root serve a tutto e a niente

Questo è il punto più importante da valutare. Le possibilità dopo il root sono praticamente illimitate, ma quante di esse andremo realmente ad utilizzare? Possiamo farne a meno? Prima di mettere mano su qualcosa che non conosciamo bene è sempre meglio informarci ed avere chiaro in mente ciò che ci serve davvero. I rischi sono davvero bassissimi, ma ci sono… meglio avere app fastidiose impossibili da disinstallare o un costoso fermacarte?

La mia intenzione non è quella di spaventarvi, anzi! Siate liberi di rootare il vostro dispositivo, ma consapevoli dei possibili rischi. Vi è mai successo di fare qualche danno? e se sì, come avete risolto?

fonte: androidpit.it

Come si fa il Root?

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Per ottenere i permessi di Root in passato era obbligatorio collegare il cellulare al pc e utilizzare applicazioni come SuperOneClick e Odin ma col passar del tempo i programmatori si sono evoluti ed hanno creato applicazioni come Towelroot per le quali non è necessario alcun pc e cavo usb.

Ora che sapete a cosa servono i permessi di root sta a voi decidere se procedere i meno; se decidete di si tenete a mente queste dritte:

1) Se avete un cellulare un pò datato (per indenderci dall’s3 a prima) vi consiglio di utilizzare Odin e seguire questa guida. Sappiate che questa guida va bene anche per i cellulari di utlima generazione SAMSUNG

2) Per gli altri cellulari NON Samsung utilizzate SuperOneClick; trovate tutto QUI

3) Chi invece possiede un cellulare non molto vecchio con Towelroot dovrebbe essere un gioco da ragazzi; vi basta leggere questo blog.

Il punto 3 potete provarlo anche per primo tanto se non dovessere andare a buon fine sarà il programma stesso a dirvi che l’applicazione non è compatibile con il vostro device.

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