Da qualche giorno nel web impazza la Pokémon Go Mania. Orde di ragazzini incalliti giocano per strada catturando Pokémon a destra e sinistra senza che nessuno capisca cosa stiano facendo; vederli giocare può essere alquanto imbarazzante. Vi consigliamo di guardare il video della parodia che abbiamo condiviso a fine articolo 😀
Pokémon Go è senza dubbio un gioco molto divertente e innovativo, nessuno lo mette in dubbio ma, dovremmo un attimino fermarci a riflettere su quali potrebbero essere i lati negativi di questo gioco, ovvero la violazione spudorata della nostra privacy più intima. I ragazzini che giocano a Pokémon Go riprendono tutto ciò che li circonda; si gioca in casa, per strada, nei luoghi pubblici, nei parchi e in spiaggia. Ovunque potreste ritrovarvi inquadrati nella telecamera di chi sta utilizzando l’applicazione senza che questi abbiano chiesto il vostro permesso. Chi vede queste immagini? E soprattutto, che uso se ne potrebbe fare?
Le ‘reali finalità’ del gioco secondo Infowars:
La Cia avrebbe fatto sviluppare Pokémon Go per avere accesso alle immagini riprese dai milioni di telecamere degli smartphone di utilizzatori di tutto il pianeta, che durante il gioco riprendono luoghi, come i loro appartamenti, il posto di lavoro e persino i bagni, altrimenti irraggiungibili dai satelliti spia americani e dalle auto di Google. Gli utilizzatori secondo Infowars sarebbero inconsapevolmente impiegati per raccogliere immagini e video destinati agli archivi dell’intelligence americana.
Che la nostra privacy ormai non esista più lo abbiamo capito non appena internet si è impossessato dei nostri cellulari. La geolocalizzazione e i social network hanno messo la nostra vita a disposizione di chiunque voglia aver informazioni su di noi.
Nell’occhio del ciclone anche l’ultima trovata di Facebook, ovvero la condivisione di foto panoramiche e a 360° (vedi articolo); anche in questo caso, le foto condivise potrebbero fornire informazioni che potrebbero danneggiare la privacy delle persone presenti nell’immagine.
Nonostante noi stessi siamo consapevoli di essere costantemente controllati, accogliamo a braccia aperte ogni nuova tecnologia senza porci le domande giuste: È davvero questo quello che vogliamo?
Per sdrammatizzare vi condividiamo un simpatico video trovato su Facebook e il video del servizio mandato in onda dal TG1 in questi giorni:
Servizio TG1:
Servizio Studio Aperto:
Ringraziamo l’amico Andrea Lala per averci aperto gli occhi.
Non esitate ad esprimere il vostro parere nella sezione commenti qui in basso.
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