Rootare lo smartphone, ottenere i permessi di root, diventare Superuser, ma di cosa stiamo parlando? Gli smartphone Android offrono infinite possibilità di personalizzazione superficiale, a partire dalla semplice possibilità di poter installare e disinstallare app a piacimenti, ma se vogliamo possedere un dispositivo unico e farlo girare al massimo delle sue potenzialità, abbiamo anche la possibilità di modificare a fondo il sistema. Per fare ciò il primo step è quello di ottenere i permessi di root, senza i quali non si va da nessuna parte. Prima però bisogna fare un po’ di chiarezza sui termini tecnici e le procedure coinvolte.
Cos’è esattamente il root?
Il root, dall’inglese, “radice”, è un processo derivato dai sistemi Linux e applicato anche su Android per ottenere i diritti di superuser, ed avere così accesso integrale al sistema e al diritto di modificarlo a proprio piacimento. Non si tratta di altro se non di superare una barriera, aprire delle enormi porte di ferro dietro alle quali si nasconde il mondo del modding e delle custom rom. La prima cosa che dovete stabilire è se davvero volete modificare il vostro smartphone così in profondità. Vi aiuteremo noi con tutti i pro e i contro:
LA BIBBIA DEL ROOT
Rootare lo smartphone, ottenere i permessi di root, diventare Superuser, ma di cosa stiamo parlando? Gli smartphone Android offrono infinite possibilità di personalizzazione superficiale, a partire dalla semplice possibilità di poter installare e disinstallare app a piacimenti, ma se vogliamo possedere un dispositivo unico e farlo girare al massimo delle sue potenzialità, abbiamo anche la possibilità di modificare a fondo il sistema. Per fare ciò il primo step è quello di ottenere i permessi di root, senza i quali non si va da nessuna parte. Prima però bisogna fare un po’ di chiarezza sui termini tecnici e le procedure coinvolte.
Cos’è esattamente il root?
Il root, dall’inglese, “radice”, è un processo derivato dai sistemi Linux e applicato anche su Android per ottenere i diritti di superuser, ed avere così accesso integrale al sistema e al diritto di modificarlo a proprio piacimento. Non si tratta di altro se non di superare una barriera, aprire delle enormi porte di ferro dietro alle quali si nasconde il mondo del modding e delle custom rom. La prima cosa che dovete stabilire è se davvero volete modificare il vostro smartphone così in profondità. Vi aiuteremo noi con tutti i pro e i contro:
10 buoni motivi per rootare il telefono
1. Un mondo di app in più
Android offre un gran numero di applicazioni per ogni evenienza, ma quando si vuole qualcosa che offre una funzione un po’ più avanzata, ecco che vengono richiesti i permessi di root. D’altronde avere i permessi di root significa essere amministratori del proprio dispositivo, potendo quindi far interagire più in profondità le app col sistema. Questo ci permette di usare disinstallatori di bloatware (app precaricate), firewall, sistemi di gestione multitouch per controllare a fondo il dispositivo con i gesti e tanto altro. Esistono inoltre applicazioni che funzionano anche senza i permessi di root, ma danno il massimo del loro potenziale solo con essi, ad esempio gli antivirus, con i loro sistemi di blocco/localizzazione a distanza, e anche il famoso CleanMaster, con la funzione di eliminare i bloatware. Per finire potremo usare anche tutte le app e i giochi che prima ci venivano nascosti in quanto “incompatibili” col nostro telefono, ovviamente dovremo essere pronti a possibili bug.
vedi Clean Master
2. Personalizzare come non mai
I dispositivi Android sono famosi per la loro possibilità di cambiare launcher, icon pack, sfondi live, suonerie, suoni della tastiera e tanto altro. Tuttavia questa personalizzazione è limitata ad un cambiamento estetico superficiale. Grazie ai permessi di root possiamo modificare i file di sistema a nostro piacimento, compresi i suoni di sistema e l’animazione di avvio.
3. Prestazioni oltre ogni limite
Esistono già molte app in grado di liberare la RAM e di velocizzare il telefono, noi di AndroidPIT abbiamo addirittura creato l’articolo definitivo per liberarsi del problema della memoria insufficiente in Android, unendo tutti i migliori consigli e trucchi riguardo RAM e memoria. Tuttavia con i metodi normali non è possibile superare i limiti imposti dall’hardware, ma “solo” portare il telefono alla massima velocità. Ancora una volta i permessi di root ci vengono in soccorso, permettendo di superare e anche di molto la velocità della CPU tramite overclocking. Per fare questo è però necessario flashare anche un kernel che lo permetta, ma il procedimento è molto semplice, ancora di più usando l’app Rom Manager (all’apertura chiederà di scaricare la recovery ClockworkMod, seguite la procedura!)
vedi Rom Manager
4. Mai più problemi con la batteria
Gli smartphone continuano ad evolversi, ma il tallone d’Achille della batteria non è ancora stato risolto. Nonostante che i telefoni, anche quelli più performanti, ci garantiscano 24 ore di utilizzo (e oltre grazie alle funzioni di risparmio energetico), molti di noi riusciamo a fatica ad arrivare a fine serata. Soluzione? Compratevi l’LG G3, il nuovo re della batteria! Oppure, se non avete intenzione di sborsare tutti quei soldi o perché siete semplicemente affezionati al vostro smartphone, ottenete i permessi di root. Grazie ad essi potremo accedere a diverse funzioni che ci permetteranno di scegliere il governor della CPU, facendo andare il processore sempre al minimo, impostando un limite massimo inferiore e tanto altro ancora (comprese procedure di undervolt). Anche in questo caso dovremo affidarci ad un kernel diverso da quello stock.
5. Automatizzare tutto
Molti di voi conosceranno già l’applicazione Tasker, che ci permette di automatizzare praticamente ogni funzione del nostro smartphone. Per chi non lo sapesse, in base ad un evento (come l’attacco delle cuffie, la nostra posizione, un determinato orario, …) possiamo far corrispondere un’azione (lanciare un’app, mandare sms, riprodurre una canzone, …) il tutto gestito da questa applicazione. Funziona anche senza i permessi di root, ma con essi potremo accedere alla lista completa delle possibili interazioni, come l’attivazione di internet, GPS, accensione dello schermo, velocità della CPU e tanto altro ancora.
vedi Tasker
6. Flashare Custom ROM
Questo è sicuramente il motivo per il quale la maggior parte degli utenti Android decidono di ottenere i permessi di root. Oltre alla loro caratteristica di personalizzare radicalmente uno smartphone, i maggiori produttori di ROM Custom ci hanno più volte dimostrato come spesso superino le ROM stock, per funzionalità, fluidità e performance; un esempio è OmniROM, che sta lavorando a una ROM completamente integrata ai comandi vocali, permettendo di comandare ogni funzione dello smartphone pronunciano frasi personalizzabili. Un’altra importante caratteristica è quella di poter aggiornare il nostro vecchio ed abbandonato smartphone con le ultime versioni di Android.
7. Bloccare pubblicità in ogni app
Siamo chiari, come programmatore difendo a spada tratta l’uso delle pubblicità nelle app, per molti l’unica fonte di guadagno e che permette l’uso di applicazioni magnifiche senza dover spendere personalmente un centesimo. Tuttavia, diverse app contengono pubblicità invasive che non solo consumano un gran numero di dati (incidendo negativamente sul piano internet), ma che spesso attivano abbonamenti senza il nostro consenso. E’ qui che approvo l’utilizzo di app come AdBlock Plus, che permettono di visualizzare solo i normali ad, bloccando quelli che penalizzano l’esperienza d’uso delle applicazioni. Se proprio non potete farne a meno, c’è anche la possibilità di disattivare qualsiasi pubblicità. L’utilizzo di questa applicazione e di quelle simili è possibile solo per chi ha ottenuto i permessi di root.
Scarica AdBlock Plus oppure AdFree
8. Effettuare backup completi
Ogni dispositivo Android ha la possibilità di fare un backup delle applicazioni e di alcuni dati, all’interno delle impostazioni o tramite l’utilizzo di software gestionali come Kies. Anche se assieme a questo decidessimo di utilizzare i vari servizi cloud, nulla potrà competere con le funzioni offerte dai permessi di root. Prime tra tutte, l’utilizzo dell’app Titanium Backup, con la quale potremo effettuare copie dell’intera immagine di sistema del nostro dispositivo e spostarle su SD o computer, oltre alla possibilità di automatizzare il procedimento.
vedi Titanium Backup Pro
9. Ottenere funzioni nascoste o di altri telefoni
Una delle migliori (o peggiori, dal punto di vista dei programmatori) caratteristiche dei dispositivi Android, è l’incredibile varietà di telefoni e tablet che lo utilizzano, per non parlare delle modifiche delle case produttrici sul sistema Android montato. Questo ci permette di avere sempre un dispositivo diverso da quello degli altri, ma anche di non poter godere delle fantastiche caratteristiche esclusive o relegate ad un gruppo di smartphone top di gamma. Online potremo trovare e flashare tantissime caratteristiche rese disponibili per il nostro smartphone. Inoltre potremo abilitare funzioni limitate dai produttori, come il multitouch su alcuni dispositivi, o usare funzioni come il tethering e condividere la connessione del telefono tramite usb, bluetooth e Wi-Fi.
10. Diventa il padrone assoluto del tuo dispositivo
Quello che mi dà più fastidio, è aver acquistato qualcosa che non posso utilizzare liberamente e senza restrizioni di alcun genere (uno dei motivi per cui non acquisterò mai un iPhone). Android, per sua natura, è un sistema libero, nato dall’idea di creare un ecosistema software indipendente quanto più possibile dall’hardware ed aperto a tutti (se siete interessati alla storia di Android). Ottenere i permessi di root, oltre ai benefici elencati e a tutti gli altri che non ho potuto menzionare, ti renderà davvero proprietario del tuo smartphone, dandoti la possibilità, seppure con qualche rischio, di andare a personalizzare qualsiasi cosa come più ti pare.
5 buoni motivi per NON rootare il telefono
1) Rischi sulla sicurezza
I permessi di root permettono di comunicare in modo avanzato col proprio dispositivo. Potremo infatti, con le giuste competenze e strumenti, leggere e modificare qualsiasi parametro di sistema. Questo è il motivo per cui molte app con funzioni avanzate richiedono questi privilegi, ma è un’arma a doppio taglio! Nulla impedisce ad applicazioni dannose di agire negativamente sul nostro sistema, danneggiando il dispositivo o, peggio, mettendo a repentaglio la nostra privacy. Fortunatamente possiamo scegliere noi se consentire o meno ad un’applicazione di ottenere i permessi di root, vi consiglio quindi di farlo con cautela se vi è richiesto da app scaricate fuori dal Play Store.
2) Addio garanzia (tranne con Towelroot)
Più che un addio è un arrivederci… I permessi di root, ottenuti in qualsiasi metodo, invalidano la garanzia. Tuttavia esistono metodi più raffinati che non vanno ad intaccare certi file di sistema (come i famosi contatori; flash counter, KNOX counter…) e permettono di resettare tutto come prima tramite l’uso di tool kit o altre procedure. Purtroppo nulla è certo e, soprattutto via via che vengono implementati sistemi di sicurezza avanzati come KNOX, diventa sempre più difficile ripristinare la garanzia e spesso risulta impossibile o molto pericoloso.
3) Attenzione con i dispositivi meno famosi
Ovviamente i procedimenti per ottenere i permessi di root non arrivano per vie “ufficiali”; ci sono utenti o gruppi più o meno estesi che si mettono al lavoro per crearli. E’ quindi normale che ci si concentri sui dispositivi più comprati, soprattutto quando si vanno ad utilizzare metodi universali. Spesso bisogna quindi ricorrere a procedimenti specifici per il proprio dispositivo, i quali richiedono più passaggi e una predisposizione maggiore a smanettare col PC. Questo aumenta la possibilità di fare errori e con essa il rischio di danneggiare (talvolta irrimediabilmente -> brick) il nostri amati device.
4) Problemi con gli aggiornamenti
Un altro problema molto diffuso è quello di non poter più aggiornare il proprio dispositivo una volta effettuati i permessi di root, dipende dal produttore e dal terminale usato. I meno fortunati dovranno quindi scordarsi la comodità degli aggiornamenti tramite Wi-Fi (OTA) e software gestionali (Come Kies per Samsung), ma potranno comunque aggiornare scaricando il firmware da internet e flashandolo con Odin. Il procedimento è molto semplice, ma anche qui il rischio di fare errori è sempre in agguato. Nonostante ciò comunque ci sono molte rom che hanno l’applicazione OTA che permette di scaricare aggiornamenti sottoforma di file zip da flashare in recovery o altre che vi rimandano direttamente sul sito del produttore (XDA) dal quale potete scaricare i file di aggiornamento.
5) Il root serve a tutto e a niente
Questo è il punto più importante da valutare. Le possibilità dopo il root sono praticamente illimitate, ma quante di esse andremo realmente ad utilizzare? Possiamo farne a meno? Prima di mettere mano su qualcosa che non conosciamo bene è sempre meglio informarci ed avere chiaro in mente ciò che ci serve davvero. I rischi sono davvero bassissimi, ma ci sono… meglio avere app fastidiose impossibili da disinstallare o un costoso fermacarte?
La mia intenzione non è quella di spaventarvi, anzi! Siate liberi di rootare il vostro dispositivo, ma consapevoli dei possibili rischi. Vi è mai successo di fare qualche danno? e se sì, come avete risolto?
fonte: androidpit.it
Come si fa il Root?
Per ottenere i permessi di Root in passato era obbligatorio collegare il cellulare al pc e utilizzare applicazioni come SuperOneClick e Odin ma col passar del tempo i programmatori si sono evoluti ed hanno creato applicazioni come Towelroot per le quali non è necessario alcun pc e cavo usb.
Ora che sapete a cosa servono i permessi di root sta a voi decidere se procedere i meno; se decidete di si tenete a mente queste dritte:
1) Se avete un cellulare un pò datato (per indenderci dall’s3 a prima) vi consiglio di utilizzare Odin e seguire questa guida. Sappiate che questa guida va bene anche per i cellulari di utlima generazione SAMSUNG
2) Per gli altri cellulari NON Samsung utilizzate SuperOneClick; trovate tutto QUI
3) Chi invece possiede un cellulare non molto vecchio con Towelroot dovrebbe essere un gioco da ragazzi; vi basta leggere questo blog.
Il punto 3 potete provarlo anche per primo tanto se non dovessere andare a buon fine sarà il programma stesso a dirvi che l’applicazione non è compatibile con il vostro device.
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